Calci, pugni, gomitate e ginocchiate, eseguite a potenza piena, sul ring: questa è la muay thai. Gli atleti indossano guantoni e calzoncini simili a quelli del pugilato, ma non gli stivaletti. Anche a piedi nudi, i loro calci sono abbastanza potenti da spedire al tappeto l’avversario. Il gran numero di ko provocato da calci al viso, è una caratteristica della muay thai. Fin da bambini, gli atleti sono abituati a tirare migliaia di calci contro bersagli molto più duri del sacco usato nel pugilato e considerano naturale cercare il ko con queste tecniche. Proprio perchè iniziano a combattere da bambini, i campioni di muay thai sostengono 200/300 match nel corso della carriera - che termina molto presto (prima dei 30 anni) – e sviluppano un’incredibile forza di volontà. Non si arrendono nemmeno dopo essere finiti diverse volte al tappeto. Se lo facessero, il pubblico non li rispetterebbe.
In Thailandia, la sconfitta è considerata normale (perfino i grandi campioni hanno perso decine di incontri). L’importante, è combattere fino allo stremo. Infatti, gli arbitri non interrompono il match quando un agonista ha il viso pieno di tagli che sanguinano copiosamente. L’arbitro non interviene nemmeno quando un atleta compie un’irregolarità come sferrare un calcio all’avversario al tappeto. Nella muay thai, infatti, si dovrebbe interrompere l’azione nel momento in cui un combattente finisce a terra. Gli incontri durano cinque riprese, da tre minuti ciascuna. Negli stadi di Bangkok, vengono utilizzate tecniche di attacco che si vedono raramente sui ring europei o americani.
Il tempio della Muay al Lumpinee Stadium di Bangkok
Una di esse consiste nell’intercettare il calcio dell’avversario, bloccargli la gamba con una mano e sferrargli pugni al viso con l’altra. Anche in questo caso, l’arbitro lascia fare... In definitiva, gli incontri di muay thai che si svolgono in Thailandia sono la cosa più simile ai combattimenti tra gladiatori. Il tempio di queste sfide è il Lumpinee Stadium di Bangkok, inaugurato l’8 dicembre 1956. Diventare campione del Lumpinee, è il sogno di ogni atleta di muay thai. In Thailandia, gli impianti più prestigiosi svolgono un lavoro molto simile a quello delle federazioni di pugilato in occidente: dividono gli atleti in base al loro peso, compilano classifiche ed istituiscono titoli. Essendo i thailandesi più bassi e leggeri degli occidentali, le categorie di peso sono poche.
Quelle del Lumpinee sono undici: pesi paglia (fino a 47,628 kg), minimosca, mosca, supermosca, gallo, supergallo, piuma, superpiuma, leggeri, superleggeri e welter (fino a 66,679 kg). Al di fuori della Thailandia, la muay thai è considerata troppo pericolosa e viene modificata in molti modi. In alcuni paesi, le gomitate sono proibite. In altri, sono consentite se i combattenti si mettono sui gomiti delle protezioni di gomma. In Thailandia, un atleta può afferrare l’avversario e tiragli decine di ginocchiate ai fianchi. Alcune federazioni occidentali, lo consentono solo per pochi secondi. In Thailandia, prima di ogni match, gli agonisti eseguono una danza rituale chiamata “ram muay”. All’estero, no. Con tutte queste modifiche, si può affermare che la muay thai praticata all’estero non è la vera muay thai. Infatti, all’estero la chiamano “thai kickboxing”.
fonte[Modificato da speedy13 27/11/2007 18:29]