00 30/05/2008 14:56
Grande successo all'Olimpico
Dopo la data zero a Genova, Vasco Rossi ha stregato i 65 mila fan accorsi allo stadio Olimpico di Roma. Con il sottofondo della chitarra elettrica di Stef Burns il rocker ha aperto il concerto con queste parole: "Chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza. Noi siamo qui questa sera per portarvi un po' di gioia". Il palcoscenico è gigantesco e spettacolare, il sound un rock durissimo. Lo show è durato due ore e mezza.


Il suo tour sta registrando il tutto esaurito con il raddoppio delle date. Dopo il bis all'Olimpico appuntamento il 7 giugno a Milano San Siro, il 14 giugno ad Ancona, (ci sono ancora biglietti per la data del 15 giugno), esaurito anche il 27 giugno a Salerno. Restano ancora biglietti per il 21 giugno all'Heinecken Jammin' Festival, il 28 giugno a Salerno e il 4 luglio a Messina. Complessivamente per questo tour sono stati venduti 500 mila biglietti. La produzione è spettacolare, un palco di 70 metri foderato di specchi, illuminato da un impianto futuribile e da mega schermi che rimandano via le immagini del concerto con composizioni grafiche che commentano i brani. Lo show dura più di due ore e sono quasi 30 i pezzi in scaletta.

L'apertura è dedicata ai pezzi dell'ultimo album: come ormai da abitudine per Vasco, l'atmosfera è quella di un grande evento rock molto duro, dove la chitarra di Stef Burns ha un ruolo determinante. La band è sostenuta dal batterista Matt Laug. La scaletta è pensata come un viaggio attraverso il repertorio più conosciuto, con qualche ripescaggio del passato, anche sorprendente, soprattutto nel primo medley con brani come "Ormai è tardi", "Non mi va", "Ci credi", "Susanna" e "Deviazioni".

Il momento più classico è quello centrale aperto da "Siamo solo noi" e composto da "Sally", "Rewind", "C'è chi dice no", "Gli spari sopra" e il "Mondo che vorrei". Anche il sottofinale e' dedicato ad un medley, questa volta acustico, con "Toffee", "Ridere di te", "Brava Giulia", "Dormi dormi", "Va bene va bene". Il gran finale con due pezzi-simbolo: "Vita spericolata", in versione acustica con pianoforte e "Albachiara", da sempre deputato a chiudere i concerti con tutto il pubblico che canta in coro
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Regalino di hida
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