La tavoletta delle "Quattro stagioni" (1588-1591, dalla National Gallery di Washington), ritrovata ed esposta al pubblico per la prima volta nella mostra parigina del 2007, è portata come esempio della maestria di Arcimboldo "oscillante tra naturalismo e capriccio". Un tronco, anche questa una "testa" piena di bitorzoli e rami troncati e intrecciati, con un "petto" di fiori primaverili, un manto di spighe mature, ciliegie come orecchini, grappoli di uva, pomi. A differenza delle altre "Teste" la figura è di tre quarti, non di profilo, "accentuando l'effetto plastico".
Secondo Giacomo Berra le "Teste reversibili" rinforzano "il legame tra la pittura dell'Arcimboldo e il genere nascente della natura morta". Sono due dipinti di "altissima qualità", la "Testa reversibile con canestro di frutta" e il cosiddetto "Ortolano". Il primo, la tavoletta di una collezione privata di New York, è "fra le scoperte più importanti" degli ultimi anni del catalogo di Arcimboldo. Di "grande raffinatezza" ricorda il "faccione ortofrutticolo" del "Vertunno". Sembra una vera e propria natura morta. Un cesto di vimini pieno di frutta. Se la tavola viene capovolta diventa un "faccione con un copricapo di paglia intrecciata e con una sorta di colletto bianco che sembra ricamato". Il secondo, ancora più piccolo, viene da Cremona, Museo civico Ala Ponzone. Denominato "Ortolano" è un "faccione ghignante e rubicondo che rappresenta 'Priapò dio custode degli orti e dio della fertilità".
L'intensa, tarda attività di Arcimboldo ha raccolto "un gran numero di elogi letterari e poetici" ed ha dato ai pittori milanesi la possibilità di "cogliere appieno anche il carattere estremamente naturalistico" della sua pittura. "Diversi begli ingegni" e i "primi professori dell'arte di questa Città" hanno "lodato" il "Vertunno" visto nella casa-bottega.
Chi potevano essere i "primi" pittori milanesi? Giuseppe Lomazzo, il Meda. Giovanni Ambrogio Figino, suo amico, e Fede Galizia in "diretto contatto" con Arcimboldo, "due dei pittori più importanti nel nascente genere della 'natura morta'". Figino è autore nel 1590-1591 di "una delle più antiche" nature morte che è anche una "primizia a livello europeo" (ed è in mostra): "Piatto metallico con pesche e foglie di vite" dalla consistenza tattile, una tavolettina che "molto probabilmente" è stata ispirata dalla frutta del "Vertunno". Altri artisti potevano essere Aurelio Luini, Camillo Procaccini, forse il cremonese Vincenzo Campi.
E Caravaggio? Michelangelo Merisi è un futuro pittore che ha appena terminato l'apprendistato di circa quattro anni nella bottega di Simone Peterzano in cui era entrato nell'aprile 1584 a meno di 13 anni. Dove ha trascorso gli anni dal 1588 senza lasciare né opere né qualche verbale di polizia? Abbiamo i documenti di varie vendite di terreni dell'eredità e il ritiro, nel novembre 1591, di una querela presentata contro un caravaggino. Importante perché risulta così che abita a Milano, in San Vito in Pasquirolo, a breve distanza, anche a piedi, dalla casa-bottega di Arcimboldo in San Pietro alla Vigna in Porta Vercellina.
La fama del pittore "osannato" dai letterati, delle numerose copie degli altri pittori, i molti studi dal vero di Arcimboldo che circolavano, le molte incisioni sia pure "rozze", la spinta a scoprire i segreti del mestiere che voleva incominciare, di quella "meticolosissima imitazione del naturale". Tutto spingeva Michelangelo verso la conoscenza di Arcimboldo. E se il carattere non è "acqua" Michelangelo avrà avuto voglia di vedere, confrontare, giudicare se questa fama era giustificata.
Sono rimaste tracce di Arcimboldo nel Caravaggio? Arrivato a Roma, aveva la capacità visiva di riprodurre le cose naturali come le aveva viste a Milano per affrontare i fiori e le frutta richiesti dalla bottega del Cavalier d'Arpino. Se questa permanenza regge ai documenti che hanno spostato il probabile arrivo nella città del papa dal 1592, dopo luglio, al marzo 1596.
Secondo Berra, nel "Bacchino malato" ci sono elementi autunnali "parzialmente ripresi" dalla "Testa delle quattro stagioni dell'anno". E le serpi guizzanti della "Medusa" presentano una "rilevante precisione naturalistica" derivante, "per alcuni aspetti", anche da Arcimboldo. Quella "meticolosità", "minuzia descrittiva e naturalistica di fiori e frutta" che qualcuno attribuisce a influssi fiamminghi e che Caravaggio non aveva bisogno di cercare lontano, ma che aveva avuto a portata ravvicinata nell'Arcimboldo.
Notizie utili - "Arcimboldo. Artista milanesee tra Leonardo e Caravaggio".
Dal 10 febbraio al 22 maggio.
Milano, Palazzo Reale, piazza Duomo 12.
Promossa e prodotta dal Comune di Milano, Palazzo Reale, Skira.
In collaborazione con National Gallery di Washington e Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Mostra e catalogo Skira a cura di Sylvia Ferino-Pagden.
"Winter (after Arcimboldo)", fibra di vetro pigmentata e dipinta di Philip Haas (4,27 per 3 per 4,27 m), in piazzetta Reale.
Biglietti: intero 9 euro, ridotto 7,50, scuole 4,50, famiglie 19,50.
Orari: tutti i giorni 9,30-19,30; lunedì 14,30-19,30; giovedì e sabato 9,30-22,30. Biglietteria chiude un'ora prima. Infoline 02-92800375.
www.mostrarcimboldo.it
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