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SUPERSAGGIO
La Ducati passa all'Audi

C'è l'annuncio ufficiale: il gruppo Volkswagen si aggiudica il costruttore di moto emiliano

MILANO- Dopo una lunga trattativa l'affare è andato in porto e c'è stato l'annuncio ufficiale. L'Audi ha acquistato da Investindustrial la Ducati. La cifra non è stata resa nota, ma alcune fonti stimano in 860 milioni di euro il costo dell'operazione. I tedeschi portano termine un colpo di enorme portata, soprattutto in termini di immagine. Il gruppo Volkswagen, infatti, ora aggiunge le due ruote a una sconfinata galassia che spazia dalle citycar, alle supercar fino ai camion. E quasi certamente per la gestione della Ducati i tedeschi replicheranno il «modello Lamborghini» la cui produzione non si è mossa da Sant'Agata. Con tecnici e ingegneri italiani nelle posizioni chiave e manager provenienti da Wolfbsurg a sovrintendere. E in queste ore circola insistentemente il nome di Luca De Meo, ex Fiat, oggi a capo del marketing del gruppo.

LA REGIA DI PIECH DIETRO L'OPERAZIONE - A guidare l'operazione Ducati ancora una volta è la regia silenziosa di Ferdinand Piech, capo del consiglio di sorveglianza del gruppo di Wolfsburg. A 75 anni è lui il grande protagonista della riscossa Volkswagen. Da sempre appassionato di due ruote - possiede diverse Ducati- e aveva dapprima tentato l'annessione di Suzuki attratto anche dalle prestazioni delle moto giapponesi. Poi l'accordo è naufragato, ma Piech non ha rinunciato a quel sogno. Ripiegando verso altri latitudini. E qualcuno in Germania sussurra che nell'acquisto del produttore emiliano c'entri molto con la passione del «grande capo»: nell'affare, infatti, sembra abbia pesato molto di più delle analisi finanziarie. E con questo si spiegherebbe l'uscita di scena della Mercedes che, pur vantando una solida collaborazione nel campo del marketing con la Ducati, ha sempre respinto ogni ipotesi di partecipazione azionaria nella società emiliana.

QUANDO AUDI FACEVA LE MOTO- Ma al di là delle considerazioni economiche, la storia dell'Audi vanta un passato motociclistico di tutto rispetto. Prima della seconda guerra mondiale, l'Auto Union, da cui deriva l'attuale logo dei quattro anelli, era formato da quattro marchi ben distinti. Fra questi c'era la Dkw specializzata in motociclette, al punto da diventare il primo produttore mondiale. E addirittura prima aveva iniziato a produrle la Nsu, che vanta un titolo mondiale di motociclismo in classe 250 (risale al '55) confluita nell'Auto Union nel 1969. Quando si dice il destino.

Daniele Sparisci

Fonte: CorrieredellaSera


26/08/2012 22:15
 
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SUPERSUPREMO
MotoGP, emozioni a Brno: vince Pedrosa

Gara emozionante in Repubblica Ceca. Sul secondo gradino del podio arriva Lorenzo davanti a Crutchlow. Rossi è settimo



Dani Pedrosa (Honda) vince il GP della Repubblica Ceca, dopo un grande duello, ricco di sorpassi fino all'ultimo giro con Lorenzo (Yamaha), 2° sotto la bandiera. Sul podio Crutchlow (Yamaha) davanti a Dovizioso (Yamaha) e alle Honda di Bradl e Bautista. Rossi (Ducati) è 7° e precede l'ART di De Puniet, Abraham (Ducati) ed Espargaro (ART) a chiudere le top ten. In classifica mondiale Lorenzo resta leader con 245 punti, ma Pedrosa si avvicina a 232.

La partenza di Lorenzo è degna del migliori gare d'accelerazione, con lo spagnolo che prende subito qualche metro su Pedrosa e si accoda volentieri alla prima curva, imitato da Crutchlow. Rossi guadagna una posizione, girando quinto e azzardando nelle prime curve anche un sorpasso su Dovizioso, che però risponde immediatamente riprendendosi la quarta piazza. Intanto Spies fa il gambero e al termine del primo giro è 14°, addirittura dietro alla CRT di Pirro!

Lorenzo e Pedrosa provano ad allungare, con tanto di nuovo giro record della corsa in 1:56.274 per Jorge, mentre Valentino deve fare i conti con il motore della sua Ducati che fuma pesantemente ad ogni staccata. Il Numero 46 inizialmente tiene la scia della Yamaha di Dovizioso, ma Andrea cambia repentinamente passo, provando ad andare a prendere in compagno di marca Crutchlow, impegnato a limitare il distacco dai primi. Dietro Spies risale lentamente posizioni, non senza faticare parecchio, riportandosi nella top ten e andando a prendere la scia delle ART di De Puniet ed Espargaro che lo precedono. E' scatenato anche Bradl che, in sesta piazza, prima stacca Baustista che lo segue a ruota fin dal via, poi mette nel mirino Rossi che ormai è a 3 secondi da Dovizioso. Infatti non è nemmeno metà gara quando Stefan spinge la sua Honda dentro la curva e infila Valentino, che prova a rispondere nel cambio di direzione, ma alla fine si accoda al tedesco. Cade ancora Spies, tradito dall'anteriore della sua M1 con cui il feeling sembra davvero arrivato al capolinea. Ben chiude così una gara disastrosa, nonché una rimonta carica di pressione. Appiedato per problemi tecnici anche Silva. Non c'è pace per Valentino che sente alle sue spalle il rombo dello scarico della Honda di Bautista, che con un passo nettamente superiore passa facilmente l'unica Ducati ufficile in pista.

Dieci giri al termine e Pedrosa sfoggia un inedito moto di coraggio, infilando in modo magistrale Lorenzo. E' un Dani incredibile che allunga a colpi di staccate, con Jorge che inizialmente accusa il colpo, ma poi torna a farsi sotto agli scarichi della Honda. Dietro Rossi si stabilizza in settima piazza, consapevole che De Puniet e Abraham che seguono ad oltre 20 secondi, non rappresentano più un pericolo. Dovizioso invece non sembra accontentarsi del quarto posto, vedendo Crutchlow davanti per solo 2 secondi. L'inglese non è perfetto negli ultimi passaggi, ma risponde al compagno di box mantenendo il gap.

Cinque giri al termine e Pedrosa guida in tandem con Lorenzo, che forza in staccata e deve fare i numeri per non tamponare il connazionale. Ultimo giro con l'anteriore della Honda che galleggia storto in accelerazione, ma Dani non è perfetto nel pennellare le successive curve e Lorenzo - affilato come una lama - entra all'interno. Carene che si sfiorano e Jorge torna davanti. Non è finita: Dani ci riprova e nelle ultime curve si ributta dentro, all'interno della linea della Yamaha. E' la manovra della vita che porta alla vittoria Pedrosa, mentre Lorenzo gira largo e si accontenta del secondo posto. Tocca quindi alla Tech3 di Crutchlow completare il podio. Un finale da applausi per lo spettacolo offerto dai due spagnoli, protagonisti di un grandissimo duello corretto e al limite fino alla bandiera a scacchi. Fonte





07/11/2012 23:25
 
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Biaggi scende dalla moto
"Mi ritiro da campione"

Il pilota romano iridato in Superbike annuncia l'addio: "Non sono come certi politici attaccato alla poltrona, smetto perchè ho scelto di farlo, ho rinunciato a un contratto con l'Aprilia identico a quello attuale". Già su Twitter aveva avvertito i fans: "Niente sarà come prima"


Max Biaggi si ritira da campione del Mondo. All'autodromo di Vallelunga, là dove aveva cominciato a correre, il Corsaro è sceso dalla moto dopo 24 anni di una carriera fantastica segnata da sei titoli Mondiali: quattro in 250, due in Superbike, unico italiano a centrare il titolo della derivate dalla serie. Complessivamente Max ha disputato 370 gare (215 nel Motomondiale, 155 in Superbike) con 63 vittorie: 42 in 250, 500 e MotoGP, 21 in Superbike. L'ultimo iride l'ha festeggiato un mese esatto fa a Magny Cours per mezzo punto sul britannico Tom Sykes.

ADDIO IRIDATO — E' stato il sigillo che Max, evidentemente, ha ritenuto ineguagliabile. "Lascio da campione del Mondo per dare spazio al Biaggi uomo, che per tanti anni è rimasto un po' schiacciato dal pilota" sono state le prime parole pronunciate durante la conferenza stampa d'addio, davanti ad una platea di pochi giornalisti e qualche amico intimo. Max ha parlato con un filo di voce, visibilmente commosso. "Sono voluto tornare qui a Vallelunga, dove tutto era cominciato e dov'è nata la magia. Ho vissuto per oltre due decenni sospeso tra sogno e realtà. Ho avuto alti e bassi, ho vissuto in un mondo un po' confuso ma non è mai venuta meno la passione per questo sport. Ho dato veramente tutto me stesso”.

IL NO AD APRILIA — Biaggi ha deciso all'ultimo, dopo giorni di tira e molla: ha lasciato sul tavolo il contratto per il rinnovo con Aprilia e un'allettante proposta dell'amico manager Francesco Batta che gli aveva offerto l'opportunità di riaprire un altro ciclo alla Ducati ufficiale che farà debuttare la nuova Panigale SBK. Gli offrivano due anni di contratto e la possibilità di prendere il posto, nell'immaginario collettivo, di Valentino Rossi che se ne va. A 41 anni e dopo mille battaglie non se l'è sentita. Ed ha preferito lasciare aperta ad una possibile collaborazione con Aprilia, da team manager. "E' un progetto di medio periodo, ne parleremo quando sarà il momento". Prima di arrivare per l'ultima volta in un circuito da pilota Biaggi aveva postato su Twitter la foto dell'ultima alba. "Ho deciso ieri sera, sono seguite una notte molto lunga e un'alba speciale, ho scattato quella foto perchè tra qualche anno potrò rivederla. Ma ho preso tante decisioni più difficili di questa".

SPAZIO ALLA FAMIGLIA — Dopo Magny Cours Biaggi era andato a girare con l'Aprilia ad Aragon nel primo test 2013. Perchè, resta un mistero. "Avevo fatto il secondo tempo, io e Sykes anche lì eravamo stati i più veloci. Ho dato comunque una mano allo sviluppo di una moto che non guiderò io. Lascio spazio ad altri, non faccio come quei politici che non vogliono mai lasciare la poltrona a chi viene dopo e magari avrebbe tante cose nuove da dire. Non ci sono stati problemi economici o di organizzazione con Aprilia. Lascio perchè ho capito che non ci sarebbe stato un momento più bello di questo. Mi dispiace per i tifosi, ma ora potrò dedicare alla mia famiglia tutto il tempo che gli ho sottratto per tanti anni". Chissà se Biaggi riuscirà davvero a tenersi lontano dal brivido della velocità. "Farò in modo che il Biaggi uomo riesca a tenere a bada il lato oscuro. Ho vinto la prima gara a Kayalami nel 1992 (con la 250 Aprilia, ndr) e l'ultima al Nurburgring il 4 settembre scorso. Sono passati vent'anni dalla prima all'ultima, non so se qualcun altro ci è riuscito. E poi sono stato baciato dalla fortuna: gli ex piloti li riconosci da trenta metri, perchè nessuno cammina dritto. Io invece lascio fisicamente integro”.

Paolo Gozzi

Fonte: gazzetta


17/05/2017 23:48
 
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Hayden investito in bici nel riminese.
L'ospedale : "Condizioni gravissime"

Lo statunitense è ricoverato a Cesena dopo essere stato
colpito da un'auto mentre si allenava vicino a Misano Adriatico.
Preoccupa un ematoma cranico


“Nicky Hayden è ricoverato nel reparto di rianimazione, in condizioni gravissime. A causa delle ferite riportate non è stato possibile intervenire chirurgicamente. La prognosi è riservatissima”. E' il bollettino medico diffuso in serata dall'ospedale Bufalini di Cesena, dove il campione del mondo 2006 di MotoGP è ricoverato da questo pomeriggio. Il 35enne statunitense è stato investito da un'auto mentre si allenava con la bici da corsa attorno alle 14, sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto, non lontano da Misano Adriatico.

IL BOLLETTINO MEDICO — Alle 21.30 l'ospedale Bufalini di Cesena ha diffuso un primo aggiornamento sulle sue condizioni, che non sono migliorate rispetto a quando il pilota è arrivato nel nosocomio proveniente dall'Infermi di Rimini, dove era arrivato con un codice di massima gravità immediatamente dopo l'incidente. Hayden, secondo quanto diffuso, è troppo debole per essere operato ed è attualmente nel reparto di rianimazione, con un ematoma cranico che costituisce il principale problema. Ma ha anche fratture al femore e al bacino. Nuovo aggiornamento per le 8 di giovedì.

L'INCIDENTE — Hayden è stato investito mentre pedalava da solo. La sua bici è finita accartocciata nel fosso accanto alla strada, mentre il pilota ha sfondato il parabrezza della Peugeot guidata da un 30enne della zona che l'ha colpito. "Quando i miei uomini sono arrivati, il ferito era ancora a bordo strada e veniva stabilizzato dal personale medico" ha spiegato il Comandante della Polizia Municipale di Riccione, Pierpaolo Marullo. Le forze dell'ordine stanno ancora cercando di determinare la dinamica esatta dell'incidente.

IRIDATO 2006 — Hayden nel Motomondiale ha disputato 218 GP con tre vittorie in MotoGP e 28 piazzamenti sul podio. Ha debuttato nella MotoGP nel 2003, con la Honda, e dopo una lunga militanza nella classe regina, che lo ha visto conquistare il Mondiale nel 2006 ai danni di Valentino Rossi, e gareggiare anche con la Ducati, nel 2016 Hayden è passato in Superbike con Honda, concludendo con il quinto posto in classifica generale. Confermato anche per quest'anno, l'americano è reduce dal 12° posto conquistato nel weekend in gara-2 del Gran Premio di Italia.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport


23/05/2017 12:31
 
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SUPERSAGGIO
Morto Nicky Hayden, aveva 35 anni:
fatale l'incidente in bici di mercoledì

Lo statunitense, investito da un'auto mentre era in allenamento in bici da corsa a Misano Adriatico,
non è sopravvissuto alle gravi ferite riportate.


Nicky Hayden non ce l'ha fatta. È deceduto il campione di motociclismo statunitense, rimasto gravemente ferito il 17 maggio in un incidente stradale a Misano Adriatico, mentre si allenava in bicicletta. La notizia è arrivata dall'Ospedale Bufalini, dove il pilota era stato ricoverato, dopo le pratiche di accertamento del decesso.

l'INCIDENTE — Il 35enne iridato MotoGP del 2006 si stava allenando in bicicletta da corsa quando intorno alle 14, sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto (la dinamica è ancora da accertare, ma è emerso un video che chiarirebbe parecchie cose), è stato investito da una Peugeot 206 CC, guidata da un 30enne di Morciano di Romagna, rimasto illeso. Il corpo del pilota è finito sul cofano e ha sfondato il parabrezza dell'auto. Subito soccorso, il 36enne del Kentucky era stato prima portato all'Ospedale di Rimini e poi trasferito al Bufalini di Cesena, sempre in condizioni molto gravi. Dagli Usa sono arrivati la mamma Rose e del fratello Tommy. Poi la notizia della morte.

LA CARRIERA — Hayden nel Motomondiale ha disputato 218 GP con tre vittorie in MotoGP e 28 piazzamenti sul podio. Ha debuttato nella MotoGP nel 2003, con la Honda, e dopo una lunga militanza nella classe regina, che lo ha visto conquistare il Mondiale nel 2006 ai danni di Valentino Rossi, e gareggiare anche con la Ducati, nel 2016 è passato in Superbike con Honda, concludendo con il quinto posto in classifica generale. Confermato anche per quest'anno, l'americano era reduce dal 12° posto conquistato nel weekend passato in gara-2 del GP di Italia.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport


27/11/2023 21:24
 
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Bagnaia campione del mondo per la seconda volta di fila.
Martin ko

L'italiano vince l'ultimo GP e si conferma iridato con la Desmosedici.
Martin sbaglia, rimonta e poi cade.
Zarco e Binder a podio, dopo che Di Giannantonio, 2°, viene penalizzato
di 3" per la pressione delle gomme e scivola al 4° posto


Massimo Brizzi



Il bis è servito. Pecco Bagnaia conserva la corona iridata della MotoGP conquistando il Mondiale nell’atto finale di Valencia. Il circuito spagnolo del Ricardo Tormo lo celebra ancora una volta, 385 giorni dopo il titolo ottenuto su questa pista un anno fa e con la stessa meravigliosa Ducati che l’ha ricondotto alla cavalcata iridata. L’italiano del team ufficiale di Borgo Panigale chiude alla grande, prendendosi anche la gara, ma il suo Mondiale è deciso ben prima, al 6. giro, quello in cui il suo rivale, Jorge Martin, cade, tradito dai nervi.

L'ERRORE DI MARTIN — Lo spagnolo esagera nella staccata alla curva 4 e colpisce Marc Marquez, finendo GP e campionato nella sabbia. Epilogo amaro per un campionato intenso, vissuto con il duello fra due grandi piloti, e che ha il suo prologo in un altro errore dello spagnolo della Ducati Pramac, che al 3. giro aveva sfiorato la collisione con Bagnaia in staccata, scivolando dal 2° all’8° posto. Lì il Mondiale di Bagnaia, già forte di 14 punti di vantaggio al via e beneficiato anche della prima posizione in griglia per la penalizzazione di 3 posti sullo schieramento per il poleman Maverick Vinales, reo di non aver osservato la bandiera neroarancio nel warm up, si mette in decisa discesa. La furibonda rimonta di Martin finisce con la collisione di cui sopra e poi anche Brad Binder Binder e Jack Miller con i loro errori stendono un tappeto rosso per Bagnaia, che festeggia come i grandissimi: vittoria e titolo. Celebrato una schiacciata a canestro e tre anelli alle dita. Stile Nba.

DOCCIA FREDDA DIGGIA — In gara Bagnaia è bravo a scattare come una molla e presentarsi in testa alla prima curva, con Martin che ci mette poco per prendergli la scia e provare a darli pressione. Il suo piano salta al 3. giro, con Pecco che è saggio nel non andarsi a cercare problemi, attendendo invece gli errori altrui. Le Ktm, alla ricerca del primo successo stagionale, sprecano: Brad Binder incappa in collisioni e penalità e Jack Miller si stende mentre è leader della corsa, gettando alle ortiche la possibilità di diventare il primo pilota capace di vincere un GP in top class con tre case differenti. Bagnaia ringrazia e raccoglie, con Fabio Di Giannantonio che risale nel finale per finirgli in scia, conquistare uno splendido 2° posto con la Ducati Gresini per poi vederselo togliere per i 3" secondi di penalità inflitti per la pressione delle gomme irregolare. Diggia diventa così 4° e sul podio scalano Johann Zarco, secondo con la Ducati Pramac e Brad Binder. Nella top-10 anche: 5. Raul Fernandez, 6. Alex Marquez, 7. Franco Morbidelli, 8. Aleix Espargaro, 9. Luca Marini e 10. Maverick Viñales.

COME VALE E MARQUEZ — Il trionfo incastona la classe di Bagnaia, pilota misurato e sobrio fuori dalla pista, ma deciso e veloce in corsa, capace anche di allontanare gli spettri di una caduta, quella al via del GP di Montmelò, che avrebbe potuto scheggiare la sua scorza. Nella seconda parte di Mondiale ha dovuto subire la veemente risalita di Martin, ma ne ha respinto con maestria le legittime aspirazioni iridate. Il bis mondiale proietta Bagnaia sulle vette più alte del Motomondiale: a 26 anni è campione per la seconda volta in MotoGP, entrando nella strettissima cerchia dei piloti capaci di vincere due titoli di fila nell’attuale Top Class. Pecco si unisce a due totem come Valentino Rossi e Marc Marquez, addirittura capaci di quaterne iridate: nomi da far venire i brividi. Quelli che ha Bagnaia. Meritevolissimo campione e vanto dell'Italia. Sipario campione, goditi la festa.

Fonte: Gazzetta dello Sport


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