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SUPERMASTER
Superare gli attacchi di panico non è certamente una passeggiata, ma è più semplice di quanto tu possa pensare.


Se soffri di attacchi di panico prova a farti queste domande:

1. Cosa farai una volta superato il problema? Come reagiranno gli altri? Come sarà il tuo lavoro? Come sarà la tua vita familiare? Come cambierà il rapporto con gli amici? Come si modificheranno i tuoi affetti?


2. Hai degli obiettivi positivi? Ci sono cose che vorresti realizzare, indipendentemente dalla fine del problema degli attacchi di panico? Oppure desideri solo liberarti dagli attacchi di panico e credi che tutto verrà da sé?

3. Hai un'idea di quali siano gli ostacoli che ti hanno impedito sino ad ora di cambiare la tua reazione di ansia?

4. Hai un'idea di cosa effettivamente ti accade quando hai un attacco di panico? Riesci a descrivere i tuoi pensieri, le tue emozioni, le tue percezioni?

5. Ti senti sufficientemente curioso di provare nuove strade?


Se hai avuto grosse difficoltà a rispondere a qualcuna di queste cinque domande, hai probabilmente bisogno di modificare qualcosa nel tuo modo di affrontare il problema.

Forse non riesci a rappresentarti senza gli attacchi di panico.
In tal caso è bene imparare a farlo.
E' molto difficile modificare un proprio comportamento senza avere una qualche rappresentazione di come sarà la nostra vita dopo quella modifica. Da un punto di vista cognitivo è come un salto nel buio. Non abbiamo alcuna idea di dove andiamo.
Dice un detto cinese: "Se non sai dove andare, andrai dalla parte in cui sei voltato".


Forse non riesci ad avere degli obiettivi "positivi".
In tal caso è importante che tu conosca bene la differenza tra obiettivi negativi ed obiettivi positivi.
"Non voglio star male" è un legittimo obiettivo, ma formulato in modo negativo. Il proponimento, infatti, comincia con un "non", cioè con la negazione di qualcosa.
Anche "voglio smettere di fumare" è un obiettivo negativo, per quanto nobile e giusto.
"Non voglio avere gli attacchi di panico" è un desiderio comune in chi soffre di questo disturbo, ma anche qui la formula non è delle migliori.
La nostra mente a livelli profondi non riconosce il "non".
Prova a non pensare ai canguri. Non pensare assolutamente ai canguri. Non avere i canguri nella tua mente. Non accettare immagini di canguri dentro la tua mente.
Cosa è accaduto? Probabilmente hai avuto i canguri in mente per tutto il tempo in cui hai letto le righe precedenti.
Prova invece a pensare a domani a quest'ora. Dove ti troverai? Con chi sarai? Cosa starai facendo? Sarà un momento piacevole o spiacevole? E' quello che fai di solito oppure è una cosa diversa?
Bene, se hai seguito le istruzioni i canguri sono effettivamente scomparsi dalla tua mente, semplicemente perché hai pensato ad altro.
Se tutto il tuo pensiero è orientato a dire: "non voglio avere gli attacchi di panico" stai probabilmente creando solo le premesse per averne degli altri.
Prova allora a chiederti cosa vuoi fare. Cosa vuoi fare senza attacchi di panico. Hai degli obiettivi di vita? Hai obiettivi nel tuo lavoro? Nei tuoi affetti? Nei tuoi hobbies?
Coltiva questi obiettivi: sono la benzina del cambiamento.

Forse non riesci ad identificare gli ostacoli al cambiamento.
E' curioso, ma gli ostacoli più potenti a liberarsi dagli attacchi di panico sono le tue stesse convinzioni.
E' come se tu volessi andare al cinema ma sei convinto che non c'è un cinema aperto nel raggio di mille chilometri. A quel punto cosa fai? Non prendi certo l'auto, affronti il traffico, cerchi un parcheggio, con l'idea che i cinema sono tutti chiusi.
Le convinzioni sono i criteri che abbiamo nel valutare la realtà e che motivano le nostre scelte ed i nostri comportamenti.
Se pensi che non riuscirai mai a farcela, pensi di farcela?
Se pensi che gli attacchi di panico sono "più forti di te", pensi di poter essere più forte degli attacchi di panico?
Se pensi di aver fatto tutto il possibile, ogni altro tentativo sarà ovviamente inutile.
Le convinzioni sono spesso delle generalizzazioni effettuate sulla base di esperienze precedenti.
L'intenzione che anima queste generalizzazioni è comprensibile e giustificabile, ma alcune convinzioni sono particolarmente rigide e negative, sono false e, soprattutto, dannose.
E' molto importante identificarle e modificarle.


Forse non riesci a renderti conto di ciò che effettivamente ti accade durante un attacco di panico.
Spesso l'idea che si ha degli attacchi di panico è molto confusa. Forse non ti rendi conto di cosa effettivamente ti accade.
Rendere più acuti i tuoi sensi è importante perché ti offre l'opportunità di identificare con maggiore chiarezza quello che realmente accade. E' possibile in questo modo renderti conto, ad esempio, che un temibile attacco di panico non è altro che un insieme di percezioni e pensieri che puoi imparare a gestire.

Forse non ti senti abbastanza curioso di provare altre strade.
Se i tuoi obiettivi personali sono la benzina del cambiamento, la curiosità è il motore.
Coltiva la tua curiosità verso te stesso e verso gli altri.







la verità ti rende libero
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07/07/2004 11:15
 
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L'argomento è complicatissimo, per qualche chiarimento in più potete visitare il sito:
http://www.oasiblu.com/dap.htm
07/07/2004 12:16
 
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SUPERMASTER
Concordo pienamente Tiro,
ma imparare a parlarne accettando il problema è
gia' un piccolo passo.[SM=x322188] [SM=x322189]

[Modificato da IoBalloDaSola 07/07/2004 12.16]






la verità ti rende libero
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13/07/2004 18:23
 
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ATTACCHI DI PANICO
ATTACCHI DI PANICO

L' Attacco di Panico (DAP) é un disturbo che colpisce improvvisamente soggetti apparentemente sani e non necessariamente in situazioni di stress.

I sintomi
I sintomi psichici sono rappresentati da una improvvisa paura o terrore, da una sensazione di morte improvvisa o di perdita del controllo delle proprie idee e azioni. A livello generale si associano sintomi che contribuiscono ad allarmare il soggetto, in particolare tachicardia, dispnea, vertigini, vampate di calore, brividi di freddo, tremori, sudorazione. Negli attacchi più gravi il soggetto può perdere il contatto con la realtà (derealizzazione) con la sensazione di vivere in una realtà nuova o la sensazione di essere una persona diversa, di non riconoscersi più (depersonalizzazione). La sintomatologia acuta dura da 15 a 30 minuti. L'attacco di panico lascia nel soggetto una paura di fondo che, se non risolta in tempo, può dar luogo a una sequela di fobie, la più frequente delle quali é l'agorafobia (paura degli spazi aperti), fino alle forme più gravi di auto-isolamento e demoralizzazione.

Epidemiologia
Attacchi di panico sporadici e di lieve entità o pseudo-attacchi in condizioni di stress particolari colpiscono il 30-35% della popolazione, prevalentemente giovanile. I veri attacchi di panico di interesse clinico colpiscono il 2-3% della popolazione con una particolare prevalenza nei giovani dai 25 ai 30 anni, di sesso femminile. In questo periodo della vita ogni individuo pone le basi per quella che sarà la sua vita familiare e lavorativa. Gli attacchi di panico, se non tempestivamente curati, possono quindi condizionare definitivamente il futuro di chi ne è colpito.

Evoluzione
La ripetizione di attacchi di panico prevede che si strutturino gradualmente, nel soggetto, una serie di limitazioni. Dapprima il soggetto tenderà ad evitare luoghi e situazioni nelle quali teme possa ripresentarsi un attacco, come il guidare, il frequentare un supermercato, usare l'ascensore. Successivamente il soggetto va in crisi se si trova in mezzo alla folla o se deve attraversare un ponte, una galleria o se deve viaggiare in aereo. Avrà poi paura di attraversare la strada, degli spazi aperti (agorafobia), fino a ridurre la propria esistenza tra le mura domestiche.

Trattamento
Spesso si confondono gli episodi di attacco di panico con sintomi psicotici o con sintomi fisici. Un accurato esame psichiatrico consente di fare una diagnosi precisa. Alcuni farmaci antidepressivi e la psicoterapia comportamentale rappresentano il trattamento più efficace.



[IMG]http://ca.msnusers.com/isapi/fetch.dll?action=MyPhotos_GetMBPhoto&ImageID=nFAAAAKsHEk5Ghv2IZIQT!k03pWOz3DDUu85hVs23OYhYFZmOF*J*Ow[/IMG]


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20/07/2004 10:41
 
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Questo post me lo stampo e me lo leggo con calma... io ho sofferto per tre anni di attacchi di panico molto forti, e a distanza di anni, ancora oggi, ogni tanto ho dele piccole ricadute... bellissimo questo post! Grazie [SM=x322188] [SM=x322188] [SM=x322188] [SM=x322188] [SM=x322188] [SM=x322188] [SM=x322188]
20/07/2004 13:05
 
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Abbiamo parlato di alccol, depressione, attacchi di panico e più se ne parla più escono fuori persone che ne hanno sofferto o che ne soffrono! Il fenomeno è enorme ragazzi, quando ne ero fuori questi discorsi me li facevo "scivolare", facevo come lo struzzo! Ora che ho provato mi sono reso conto che ognuno di noi, anche quello che dice di stare bene, ha comunque avuto a che fare con qualcuno di questi fenomeni! Insomma siamo tanti a soffrirne e questo è allarmante ed è sintomo di qualcosa che non và in questa società!
20/07/2004 15:08
 
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[SM=g27823] sono felice che iniziamo a discuterne





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20/07/2004 16:04
 
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Ce ne sarebbe così tanto da dire (almeno d aparte mia... )che non saprei nemmeno da dove comuinciare... è pero' verissimo, che purtroppo l'ansia "patologica! puo' tranquillamente essere considerata tre le malattie del nostro secolo...
Io mi vergognavo a parlarne, ma alla fine, soffrire di DAP, non è certo qualcosa di cui vergognarsi...
Chi di voi, ne soffre o ne ha sofferto? ci raccontiamo un pochino ? vi va?
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