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23/04/2011 22:05
 
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Suicida Cheung Sai-ho
Segnò il gol più veloce

L'ex giocatore cinese si è buttato dal grattacielo di Hong Kong dove viveva pare in seguito a un litigio con la moglie. Passò alla storia per aver realizzato nel 1993 la rete considerata più veloce di sempre: appena 2"8 dopo il calcio d'inizio

HONG KONG, 23 aprile 2011 - Uno dei più famosi calciatori di Hong Kong, che è stato detentore del record del gol più rapido, si è suicidato lanciandosi dalla sua abitazione al 36mo piano di un condominio dell'ex colonia inglese, dopo aver litigato, così pare, con la moglie.

A 18 ANNI — Lo riferisce il South China Morning Post. Cheung Sai-ho, 35 anni, viveva a Tin Shui Wai e all'età di 18 anni, mentre giocava con la nazionale giovanile di Hong Kong alla Portsmouth Cup in Inghilterra nel 1993, segnò il gol più veloce al mondo dopo 2,8 secondi dall'inizio della partita. Record poi battuto dal saudita Nawaf Al Abed nel 2009.


DISCUSSIONE — La notizia della morte di Cheung è stata data dall'Happy Valley Athletic Association Football Club, il club di Hong Kong nel quale Cheung ha giocato e allenato dal 1996 al 2008, prima di ritirarsi. Dopo il 2008, il calciatore aprì un pub a Tsim Sha Tsui, popolare zona di Hong Kong. Secondo la ricostruzione della polizia, ieri Cheung è tornato a casa intorno alle quattro del mattino e ha avuto una veemente discussione con sua moglie nel loro appartamento, pare per questioni di soldi e legati alla loro relazione. Intorno alle 6, il calciatore si è lanciato dal 36mo piano dal soggiorno del suo appartamento. Un forte schianto ha allarmato le guardie a custodia del palazzo che, notato il corpo, hanno chiamato polizia e ambulanza, ma non c'è stato nulla da fare.

RIFERIMENTO — Nella sua carriera, Cheung ha giocato sia in prima che in seconda divisione di Hong Kong, venendo nominato anche miglior calciatore nel 2003. È stato giocatore di riferimento della nazionale, contribuendo in maniera determinante, nella sua ultima apparizione nella nazionale, alla vittoria di Hong Kong per 8-1 contro Timor Est nel 2007-2008 per le qualificazioni ai campionati mondiali del 2010 in Sud Africa.

Gasport

Fonte: gazzetta


31/07/2011 19:47
 
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Calcio, morto Andrea Pazzagli ex portiere del Milan
Lo ha stroncato un malore, forse un infarto


PUNTA ALA (GROSSETO) - Un malore, probabilmente un infarto, ha stroncato l'ex portiere del Milan, Andrea Pazzagli che dal 2001 era il preparatore dei portieri delle Nazionali giovanili azzurre. Pazzagli era con la famiglia a Punt'Ala, in provincia di Grosseto, quando questa mattina, intorno alle 7.30 ha accusato il malore. Era nato a Firenze il 18 gennaio 1960, cresciuto nella Primavera della Fiorentina, si era poi messo in luce nel Perugia e nell'Ascoli, raggiungendo la consacrazione nel Milan di Arrigo Sacchi, nelle stagioni tra 1989 e il 1991, durante le quali ha contribuito alla conquista di una coppa dei Campioni, di una Supercoppa italiana, di due Supercoppe europee e due Intercontinentali. Aveva giocato anche con Bologna e Roma e infine in C1 con il Prato. Una volta chiusa la carriera è stato allenatore dei portieri nel Milan e nella Fiorentina per poi entrare stabilmente, dal 2001, nello staff Azzurro. Mercoledì prossimo doveva essere a Coverciano per una riunione con lo staff della Nazionale Under 20. Tra le sue passioni anche la musica: era un apprezzato cantautore, il suo ultimo album, 'Spero che esistano gli angeli', era strato premiato con un diploma ad honorem per i contenuti da Mogol. Lascia la moglie e tre figli, il più piccolo di 8 anni. La più grande è una femmina mentre Edoardo, 22 anni, anche lui anche lui portiere, proprio in questi giorni é rientrato in Fiorentina.

Fonte: ANSA


26/09/2011 22:41
 
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Awana muore in un incidente

Il ventunenne centrocampista degli Emirati Arabi Uniti stava rientrando ad Abu Dhabi dopo un allenamento con la nazionale. Il cordoglio di Zenga su Twitter

Theyab Awana il 18 luglio scorso era salito agli onori delle cronache per aver realizzato un rigore di tacco: ieri il ventunenne centrocampista degli Emirati Arabi Uniti è morto in un incidente stradale mentre rientrava ad Abu Dhabi dopo un allenamento con la nazionale. La sua auto si è scontrata con un camion. Il video di Awana era diventato famoso nel mondo grazie all'insolita realizzazione del penalty battuto in un'amichevole contro il Libano, poi vinta 7-2, in cui aveva preso una rincorsa normale e all'ultimo si era girato per colpire di tacco mettendo la palla in rete. L'arbitro lo aveva ammonito per mancanza di fair play e il c.t. degli Emirati Arabi lo aveva subito sostituito, nonostante fosse subentrato da appena 10 minuti a un compagno. In seguito il tecnico aveva definendo "irrispettoso" l'atteggiamento di Awana.

IL CORDOGLIO DI ZENGA — Walter Zenga, allenatore dell'Al Nasr, sul suo profilo Twitter ha rivolto il proprio cordoglio ai familiari del ragazzo. Theyab Awana giocava nel ruolo di centrocampista esterno e militava nel Bani Yas. Nell'incidente è rimasto gravemente ferito anche il fratello del calciatore che si trova attualmente in terapia intensiva.

Gasport

Fonte: gazzetta


27/11/2011 15:26
 
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Galles, terribile choc
Il c.t. Speed trovato impiccato

Aveva 42 anni. Da giocatore aveva vinto un titolo col Leeds. Owen vicino di casa: "L'avevo incontrato due giorni fa. Sono sconvolto"


Terribile choc per il calcio britannico. Gary Speed, c.t. del Galles da dicembre 2010, è morto. L'annuncio è stato dato nella mattina di domenica dalla Federazione gallese, che nel comunicato ha chiesto il riserbo per rispetto del dolore della famiglia. Speed aveva 42 anni. Si sospetta, ma la voce non è confermata, che si sia trattato di suicidio. Voce che ha preso consistenza dopo la pubblicazione dell'indiscrezione sul sito del 'The Telegraph', che parla di "Speed trovato impiccato". In 20 anni di carriera Speed aveva vinto il titolo inglese con il Leeds nel 1992, l'ultimo titolo della storia prima della nscita della Premier League, vestendo anche le maglie di Newcastle, Everton, Bolton e Sheffield United per oltre 700 presenze fra Firts Divisione Premier League. Proprio con lo Sheffield Speed aveva iniziato la carriera di allenatore, poco più di un anno fa, prima di diventare a dicembre tecnico del Galles e ricevere dalla Regina Elisabetta l'onorificenza di Membro dell'Impero Britannico. Il corpo senza vita di Speed è stato scoperto nella sua casa di Alford Road, a Huntington, alle 7 del mattino. La polizia sta indagando, ma sembra esclusa la possibilità che si possa trattatre di omicidio. Michael Owen, vicino di casa di Speed, ha twittato: "Non posso crederci, ci siamo incontrati due giorni fa mentre portavamo i figli a scuola. Sono sconvolto".

GALLES IN LUTTO — In Galles in calcio aveva ritrovato l'orgoglio perduto proprio con la guida di Speed: cinque vittorie in dieci incontri, compreso il 4-1 sulla Norvegia di due settimane fa. E un k.o. con l'Inghilterra di Capello che aveva messo in difficoltà il tecnico italiano. Dopo la vittoria sui norvegesi Speed aveva detto: "Abbiamo talento in abbondanza e sono sono fortunato di essere in questa posizione. Stiamo costruendo il nostro futuro. C'è ancora molto da fare ma siamo sulla strada giusta". Riesce difficile da comprendere i motivi del gesto. Il premier gallese Carwyn Jones: "E' una notizia devastante". Con 85 presenze, Speed è tuttora il giocatore più presente in nazionale dopo il portiere Neville Southall. Il suo ex compagno di squadra in nazionale, Robbie Savage: "Il mondo ha perso un grande uomo. Sono devastato. Ho parlato con lui ieri mattina, perché? Abbiamo riso insieme, parlando di calcio e musica. Non capisco". Come tutti.

Gasport

Fonte: gazzetta


04/12/2011 14:28
 
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Brasile in lutto
Socrates non ce l'ha fatta

L'ex capitano della nazionale e giocatore della Fiorentina, è morto nella notte a San Paolo. Aveva accusato un malore dopo una cena


L'ex capitano della nazionale brasiliana Socrates è morto questa mattina, in seguito all'aggravarsi dell'infezione intestinale che lo aveva colpito nella giornata di ieri. Lo riferisce il quotidiano brasiliano A Folha. Socrates aveva 57 anni. Ricoverato nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale Albert Einstein'di San Paolo, come spiegato dalla moglie aveva accusato un malore dopo una cena, ed era tenuto in vita da un respiratore artificiale. Il decesso, recita il comunicato dello staff medico dell'ospedale, è avvenuto questa mattina alle 4.30 ore brasiliana, a causa di shock settico. Negli ultimi mesi l'ex giocatore, capitano della nazionale del Brasile nel 1982 e nel 1986, in seguito commentatore sportivo per la televisione brasiliana, era stato ricoverato più volte. L'ultima a settembre, per un'emorragia intestinale, causata dall'abuso di alcol.


STELLA DEL CORINTHIANS — Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio noto come Socrates, era nato a Belem il 19 febbraio 1954. Laureato in medicina senza però mai esercitare la professione, era chiamato anche il dottore. Era un centrocampista elegante, abile in fase offensiva e ottimo realizzatore. La sua carriera partì dal Botafogo di Ribeirao Preto nel 1974. Dal 1978 al 1984 l'avvenura al Corinthians, di cui fu capitano. Intellettuale e colto, da ricordare che proprio n questa veste si rese protagonista di un caso di autogestione dei calciatori, più noto come "democrazia corinthiana". Il risultato? I giocatori rifiutarono l'autorità dell'allenatore e preferirono, per tre anni, allenarsi da soli.


TRISTE PARENTESI VIOLA — Dopo il Mondiale del 1982, storicamente noto per l'eliminazione di un fantastico Brasile contro l'Italia di Bearzot per 3-2 (dove con la fascia di capitano segnò anche un gol), divenne famoso anche in Europa e nel 1984-85 la Fiorentina lo portò in Italia. Firmò 25 presenze e 6 reti, ma non riuscì a entrare negli schemi della squadra viola e dopo una sola stagione tornò in Brasile. Socrates giocò prima al Flamengo e poi al Santos, dove chiuse la carriera nel 1988. Ma non appese del tutto le scarpe al chiodo: nel 2004 tuttavia tornò in campo con il Garforth Town, squadra dilettantistica inglese, di cui fu anche allenatore.

FIORENTINA COL LUTTO AL BRACCIO — La Fiorentina, oggi in campo contro la Roma al Franchi, giocherà con il lutto al braccio per la morte del campione brasiliano. La società ricorderà Socrates anche attraverso lo speaker ufficiale dello stadio prima dell'inizio della partita, mentre sul maxishermo scorreranno le immagini di Socrates nella sua stagione viola: quella dell'84-'85.

Gasport

Fonte: gazzetta


02/02/2012 00:25
 
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Egitto, incidenti tra tifosi: 73 morti
Follia al termine di una partita

E' gravissimo il bilancio degli scontri scoppiati a Port Said dopo il match tra Al-Masry e Al-Ahly. Il Ministero della Salute ha riferito che ci sarebbero anche circa 200 feriti. Arrestate 47 persone

Sarebbero almeno 73 i morti e circa 200 i feriti in seguito agli scontri avvenuti dopo una partita di calcio in Egitto. Lo ha rivelato il Ministero della Salute egiziano. Gli incidenti sono scoppiati al fischio finale del match Al Masry-Al-Ahly, a Port Said. I violenti scontri sarebbero legati a motivi calcistici e non a ragioni di altro genere e sono esplosi dopo un'invasione di campo di alcuni facinorosi. Le forse dell'ordine nordafricane hanno già fermato 47 persone coinvolte nella gigantesca "mattanza".


FEROCE INVASIONE — Il dramma si è consumato alla fine dell'incontro: i tifosi dell’Al-Masry, che ha vinto il match per 3-1, hanno invaso il campo per cercare lo scontro con gli ultras avversari, acerrimi rivali da sempre. I funzionari di pubblica sicurezza, secondo un cronista egiziano in numero troppo esiguo, sono stati presi in mezzo e bersagliati con lancio di bottiglie e pietre, mentre le vittime sarebbero decedute, per la maggior parte, per soffocamento o ferite alla testa. Supporter e giocatori dell’Al-Ahly hanno poi cercato rifugio negli spogliatoi per scampare alla furia degli ultras locali.


CAMPIONATO STOP — La Federazione calcistica egiziana ha immediatamente sospeso a tempo indeterminato tutte le partite della Premier League, la Serie A egiziana. La televisione di Stato ha annunciato una riunione straordinaria per affrontare il problema della violenza. Nel corso degli scontri, secondo Al Jazeera, sarebbero rimasti feriti anche tre giocatori dell'Al-Ahly. Da qui anche la decisione di inviare almeno due elicotteri per evacuare giocatori e tifosi ospiti dallo stadio di Port Said. Decisione presa, secondo le fonti, dal capo del Consiglio militare attualmente alla guida dell'Egitto post-Mubarak, maresciallo Mohamed Hussein Tantawi. Gli elicotteri porteranno anche i feriti negli ospedali militari.

CHIUSI NEGLI SPOGLIATOI — "Tutti noi siamo stati brutalmente aggrediti", ha raccontato Ahmedi Fathi, laterale dell'Al Alhi. "Non c'era nessuno a proteggerci - il racconto del compagno di squadra, Mohamed Barakat - La nostra colpa è stata quella di giocare. Le autorità temevano di cancellare il campionato perché pensano solo ai soldi, non si curano della vita delle persone". Choccante il racconto dell'allenatore, il portoghese Manuel Josè: "Mi hanno preso a calci e pugni e poi sono finito in una stanza. So che alcuni dei nostri tifosi sono entrati negli spogliatoi e che i miei giocatori stanno bene, io non sono riuscito a raggiungerli".


GUERRA PIANIFICATA — Del resto che fosse una partita a rischio lo ricorda anche il sito del quotidiano 'Egypt indipendent' online: "Le due squadre di calcio egiziane El Masry e Al Ahly hanno una lunga storia di ostilità alle spalle, sfociata spesso in scontri violenti fra opposte tifoserie. Ed è successo anche in tempi recenti". Commentando quanto accaduto allo stadio, il medico della squadra dell'Al Ahly, Ehab Ali, ha parlato di "una guerra pianificata" e ha chiesto l'apertura di un'inchiesta. The Egyptian Gazette online, invece, citando fonti di polizia anonime nell'obitorio dell'ospedale di Port Said, ha aggiunto che "molte delle vittime sono uomini delle forze dell'ordine".

LO CHOC DI BLATTER — In tarda serata arriva poi il messaggio di condanna e cordoglio del presidente della Fifa Joseph Blatter: "Sono choccato e rattristato nell'apprendere la notizia della tragedia del calcio egiziano. Questo è un giorno nero per il nostro sport, si è creata una situazione inimmaginabile e che non deve più accadere. Il mio pensiero va alle famiglie di coloro che stasera hanno perso la vita".

gasport

Fonte: gazzetta


30/03/2012 23:39
 
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Morto Francesco Mancini
Il portiere del Foggia di Zeman

L'ex portiere del Foggia allenato dal tecnico boemo è stato trovato senza vita in casa, verosimilmente per un malore. Aveva 43 anni. Era allenatore dei portieri del Pescara nello staff dello stesso Zeman


Lo ha trovato senza vita, nel suo appartamento di via Gobetti, nel centro di Pescara, la moglie. Francesco Mancini, 43 anni, fedele preparatore dei portieri delle squadre di Zdenek Zeman ed ex numero uno del Foggia dei miracoli, si è spento questo pomeriggio, per cause ancora da stabilire.

INFARTO — Probabilmente è stato un infarto a spezzare la sua esistenza, la sua vita dedicata al calcio. E pensare che solo ieri mattina, Mancini come ogni giorno aveva lavorato al Poggio degli ulivi, il centro sportivo quartier generale della formazione abruzzese, per la seduta di rifinitura in vista della sfida casalinga contro il Bari, una delle sue ex squadre (dal '97 al 2000).

ESANIME — Nulla lasciava presagire una tragedia simile. Quando la moglie lo ha visto esanime a terra ha immediatamente avvisato il 118, arrivato con due ambulanze, e il medico sociale del Pescara, Ernesto Sabatini, che ha avvertito il boemo e tutto lo staff. Per i sanitari, purtroppo, non c'è stato altro da fare che accertare il decesso, avvenuto quasi sicuramente qualche ora prima del ritrovamento (poco prima delle 18). Il primo ad arrivare a casa di Mancini è stato il vice di Zeman, Cangelosi, affranto dalla notizia. La squadra era in ritiro in un vicino albergo, e ha ricevuto la tremenda notizia dal tecnico. I portieri Anania, Ragni e Cattenari erano legatissimi a Mancini. Domani il Pescara giocherà con il lutto al braccio.

IL RICORDO — "Siamo sconvolti - ha detto il presidente del Pescara Daniele Sebastiani -. Quando ho saputo la notizia, non volevo crederci. Pescara perde un ragazzo eccezionale e un professionista serio. Francesco era una persona dall'umanità incredibile. Aveva giocato ad alti livelli, ma fuori dal campo era una persona semplice ed umile. Un ragazzo da dieci e lode. Ci mancherà da matti".

BARI — Intanto il Bari, avversario del Pescara nella 33ª giornata di Serie B, si è detto per bocca del suo d.g. Claudio Garzelli disponibile a rinviare la partita in segno di lutto, anche perché Mancini con i pugliesi aveva giocato, e tanto: "Franco Mancini è stata una bandiera del Bari, a cui tutti noi, società e tifosi eravamo legati - racconta Garzelli -. Come società comprendiamo lo stato d'animo del Pescara dopo questa tragedia e per questo siamo disponibili ad ogni soluzione. Ci rimettiamo alle scelte della Lega". La Lega di B ha però fatto sapere che il Pescara non ha mai chiesto il rinvio della partita. Domani le due squadre scenderanno in campo con il lutto al braccio e osserveranno un minuto di raccoglimento prima del fischio d'inizio.

FOGGIA — Per Mancini spende belle parole anche Pasquale Casillo, presidente del Foggia sia oggi che ai tempi in cui Mancini giocava in porta: "Farò giocare la squadra a Taranto con il lutto al braccio - dice Casillo -. Sono rimasto sconvolto dalla notizia. Era un bravo ragazzo, mi telefonava sempre per farmi gli auguri per le feste".

Orlando D'Angelo

Fonte: gazzetta


01/04/2012 20:14
 
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E' morto Giorgio Chinaglia
Tricolore con la Lazio nel '74

L'ex cannoniere biancoceleste e della Nazionale è morto nella sua casa in Florida dove era rientrato da una clinica dopo un infarto. Vita complicata in campo e fuori: da 5 anni all'estero con due mandati d'arresto per lui per il coinvolgimento nel tentativo illegale di scalata alla Lazio di Lotito


E' morto Giorgio Chinaglia. L'ex attaccante di Lazio e Nazionale, 65 anni compiuti a gennaio, aveva avuto un infarto una decina di giorni fa ed era stato ricoverato in un ospedale di Naples in Florida dove ormai viveva stabilmente da un paio d’anni. Era stato operato e l’intervento con cui gli erano stati inseriti quattro stunt era andato bene. “Niente poteva far prevedere questa tragica fatalità”, racconta Charlie Stillitano, con cui Chinaglia da anni conduceva un programma radio. E aggiunge: “Lui è intervenuto per telefono anche mercoledì, giovedì e venerdì. E con Giorgio ho parlato anche ieri sera: abbiamo discusso delle partite della Juve e dell’Inter. Incredibile che oggi non ci sia più”. Chinaglia era stato rimandato a casa già da qualche giorno e proprio questa domenica aveva fatto un test per il diabete prima di sentirsi male verso le nove del mattino, quando lo ha trovato il figlio Anthony. Centravanti della Lazio degli anni '70, cannoniere di primissimo piano, Chinaglia andò con la Nazionale di Valcareggi al Mondiale '74, con un "vaffa" al c.t. dopo una sostituzione che gli costò un mare di polemiche, ma anche bandiera della Lazio di Maestrelli che conquistò con lui goleador il primo scudetto della propria storia nel 1974. Fu di Chinaglia, leader di un gruppo di uomini fuori dal comune, il gol della vittoria sul Foggia che consegnò il tricolore.

TANTA LAZIO — Alcuni suoi gesti da calciatore laziale hanno fatto storia, come quello della corsa col dito indice alzato sotto la Curva Sud dopo un gol alla Roma. Sbarcò nella capitale nel 1969, a 22 anni, arrivando dall'Internapoli. In brevissimo tempo conquistò a suon di gol i tifosi biancocelesti, spesso dopo sgroppate terribili e tiri di potenza che bucavano la rete: 12 gol nel primo anno laziale, 9 nel secondo, quando la Lazio retrocesse in B. Ma poi con Maestrelli allenatore il boom: prima capocannoniere in B nel 1972 con 21 gol, conquistando la Nazionale senza giocare in A, poi tre stagioni ai vertici della A, con Wilson, Re Cecconi, D'Amico, Frustalupi, Garlaschelli. E lo scudetto nel 1974 con 24 gol di "Long John", come i tifosi laziali chiamavo Chinaglia, cresciuto in Inghilterra con la famiglia, dove si era trasferito da bambino e dove aveva iniziato a giocare con lo Swansea. In Nazionale per lui 14 partite e 4 gol, prima del polemico addio all'Italia per andare a giocare in Usa nei Cosmos, lasciando la sua squadra in difficoltà. Quindi il rientro da salvatore della sua Lazio nel 1983 come presidente. Un'avventura terminata con una disastrosa retrocessione in B due anni dopo. Poi solo l'oblio in Usa, con il coinvolgimento nel 2006 nello scandalo legato alla scalata illegale alla Lazio di Lotito, avventura chiusa con due mandati d'arresto e di conseguenza il mancato ritorno in Italia e la residenza in Florida. Dove è morto.

AMBASCIATORE IN USA — L'esperienza in Usa di Chinaglia ha un valore storico importantissimo: eravamo nel 1976, in Usa il calcio era appena un'attività semisconosciuta, Chinaglia da capitano laziale mollò tutto e partì per New York e giocare nei Cosmos, convinto dalla moglie americana Connie Eruzione. In quella squadra Chinaglia giocava accanto a Pelé, Beckenbauer, Carlos Alberto e, per due partite, Cruyff. Una squadra delle meraviglie che ebbe in Chinaglia il goleador: miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite, miglior marcatore della Nasl per 5 volte, tra il 1976 e il 1982. Vinse quattro Soccer Bowl: nel 1977, 1978, 1980 e 1982. Con il record di sette gol in una partita contro i Tulsa Roughnecks. Nel gennaio 2011 Chinaglia era stato nominato ambasciatore insieme a Carlos Alberto dei New York Cosmos, sua ex squadra con cui aveva vinto quattro titoli in Usa, con l'obiettivo di rilanciare la societá insieme al presidente Pelè e al direttore tecnico Eric Cantona.


I GUAI GIUDIZIARI — Per Chinaglia gli ultimi anni sono stati complicati per i guai giudiziari: nel 2006 era stato iscritto nel registro degli indagati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con l'accusa di riciclaggio, ma su di lui aveva messo gli occhi anche il nucleo valutario della Guardia di Finanza, che aveva ha richiesto un'ordinanza di custodia cautelare ai danni di Chinaglia per estorsione ed aggiotaggio, nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulle irregolaritá nella scalata alla Lazio di Lotito. A suo carico era pendente un mandato d'arresto europeo ed era ancora latitante per la giustizia italiana. Nel luglio 2008 è stato colpito anche da un mandato di arresto per riciclaggio.

al nostro corrispondente
Massimo Lopes Pegna


Fonte: gazzetta


10/04/2012 14:51
 
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non avevo sentito di questa perdita sportiva


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Choc in campo a Pescara, Morosini crolla e muore

Si indaga su auto polizia municipale che avrebbe bloccato ambulanza fuori stadio


Fermi. Non si gioca. Con che coraggio giochiamo? Dentro quel cuore che si è fermato all'improvviso in mezzo al prato di Pescara c'é l'anima sgomenta del calcio che scopre di essere impotente e fragile davanti alle tragedie. Si ferma il cuore di Mario Morosini, muore un ragazzo di 25 anni dalla vita familiare non fortunata e il pallone decide di dire basta. Niente campionato, niente calcio, con che coraggio si può giocare: da Milano - dove persino si rientra negli spogliatoi - a Udine, da Bergamo a Bologna, stavolta tutti fermi, la tragedia che si è abbattuta sul centrocampista del Livorno è una mazzata forte e riguarda tutti.

Allo stadio Adriatico se ne sono accorti subito che qualcosa di grave era successo: alla mezzora, con la sua squadra avanti di due gol sui padroni di casa, Morosini ha barcollato, tentennato, poi è caduto a faccia in giù, davanti alla curva dei tifosi biancazzurri. Dalla panchina del Pescara massaggiatore e medico, che erano i più vicini, sono schizzati in campo senza neanche attendere l'arbitro: massaggio cardiaco, respirazione artificiale, qualche segnale di ripresa, poi nulla. Inutile la presenza di due defibrillatori, inutile la corsa disperata dell'ambulanza verso il pronto soccorso dell'ospedale di Pescara, ambulanza bloccata per non più di un minuto da una macchina dei vigili urbani in evidente divieto di sosta.

Disperazione dei 22 giocatori in campo, pianti, singhiozzi: persino Verratti del Pescara che corre a prendere una barella. Per un'ora e mezza i medici in ospedale hanno poi provato a rianimare Morosini: tutto inutile, persino un pacemaker via endovena non è servito a far ripartire quel cuore. Fuori all'ospedale una folla di tifosi del Pescara, muta e attonita, partecipe. Livorno o un'altra squadra, quando succede una tragedia simile, non c'é maglietta che divida, specie a Pescara, dove i nervi sono ancora scoperti.

Qualche settimana fa, infatti, il Pescara a sua volta era stato colpito da una tragedia simile: un arresto cardiaco aveva portato via a 43 anni l'amico di sempre di Zdeneck Zeman, Franco Mancini, il suo preparatore dei portieri nonché protagonista con lui nella cavalcata nel Foggia di Casillo. Già: Zeman dov'era? Non lo cercate, ha chiesto il presidente del Pescara Daniele Sebastiani. E' distrutto, è una mazzata terribile per lui, l'ennesima tragedia.

Ora il calcio si ferma: chi ha conosciuto Morosini ne parla con affetto e stima, messaggi di cordoglio da società e leghe, "aveva talento", ha detto Bortolo Mutti, bergamasco come lui. Intanto riparte la discussione sui controlli medici, sulla celerità dei soccorsi, mentre proprio per vederci chiaro il pm della Procura pescarese Valentina D'Agostino ha disposto l'autopsia, già affidata all'anatomopatologo di Pescara Cristian D'Ovidio. Potrà essere effettuata trascorse le 24 ore dall'accertamento della morte, quindi non prima di domani pomeriggio o lunedì mattina. Solo dopo sarà possibile dare il nullaosta per i funerali.

Fonte: ANSA


14/04/2012 23:34
 
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Choc in campo, muore Morosini
La Federcalcio sospende i campionati

L'ex azzurro dell'under 21 ha avuto un malore durante l'incontro Pescara-Livorno. Inutile la rianimazione

PESCARA – La tragedia si è consumata al 31’ del primo tempo durante un’azione offensiva del Pescara: la corsa lontano dal pallone, le mani al petto. Poi, improvviso, il crollo a terra sul vertice della propria area. Non era un banale incidente di gioco. Piermario Morosini, 25 anni, centrocampista del Livorno, è morto un’ora dopo al pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, dopo sessanta minuti di speranze, preghiere, lacrime. Nonostante il massaggio cardiaco praticato subito in campo e poi l'intervento dei medici in ospedale.

PRIMI SOCCORSI - Nel momento in cui il giocatore si è accasciato sul terreno, in avanti, faccia a terra, apparentemente in preda a convulsioni, giocatori e spettatori hanno subito capito la gravità della situazione. Il primo ad accorgersi della situazione è stato il calciatore del Livorno Pasquale Schiattarella. L’arbitro ha fermato il gioco e i medici del Livorno, Manlio Porcellini e del Pescara, Leonardo Paloscia, hanno praticato le prime tecniche di rianimazione. Nel vedere la scena, una tifosa, sugli spalti, ha accusato un malore ed è stata trasportata all’ospedale.

AMBULANZA BLOCCATA - Dopo aver tentato di far rialzare Piermario, Schiattarella in lacrime ha urlato alla panchina di chiamare l’ambulanza. Che è arrivata cinque minuti più tardi perché pare abbia trovato ostruito l’ingresso al campo da un’auto. Sono dovuti intervenire carabinieri e vigili del fuoco che hanno spostato a mano la macchina, ma si è perso tempo prezioso. Trasportato all’ospedale di Pescara, Piermario Morosini è stato sedato e i medici gli hanno applicato un pacemaker provvisorio. Aveva una grave fibrillazione ventricolare, cioè in uno stato di anomalia degli impulsi elettrici cardiaci, ma sembrava che la fibra forte del calciatore potesse prevalere. E invece non ce l'ha fatta.

I TENTATIVI DI RIANIMARLO - A stroncarlo un arresto cardiaco o forse una crisi neurologica. I medici hanno cercato di strapparlo alla morte praticando al giocatore tutte le possibili tecniche di rianimazione. Non c’è stato nulla da fare. «Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per oltre un'ora prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c'è stato nulla da fare – ha spiegato visibilmente commosso il dottor Leonardo Paloscia, medico sociale del Pescara e responsabile del reparto di Unità coronarica dell’ospedale abruzzese - Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca. Solo una eventuale autopsia potrà dirci perché è morto Piermario». Pochi minuti dopo le 17 è stato il medico sociale del Livorno, Manlio Porcellini, a dare la notizia ai giocatori e ai dirigenti che nella sala di aspetto del pronto soccorso hanno sperato sino alla fine. Lacrime, urla, scene di disperazione, come si erano viste un’ora prima anche allo stadio. Anche i giocatori del Pescara e i dirigenti, in lacrime, hanno manifestato tutta la loro disperazione.

IL CALCIO SI FERMA -In segno di lutto la Federcalcio ha deciso di fermare tutte le partite del campionato a partire da Milan-Genoa prevista al Meazza per le 18. Il turno sarà recuperato il 25 aprile. «Era un ragazzo bravo e sfortunato - ha detto l'amministratore delegato del Pescara Danilo Iannascoli - aveva perso i genitori e un fratello e ha dovuto sempre combattere». Interviene anche il ministro dello sport Piero Gnudi: «Quest'anno questa non è la prima tragedia: forse bisogna interrogarsi se i controlli medici devono essere più approfonditi e forse anche più intensificati. Non è possibile che un ragazzo di 25 anni muoia giocando al calcio» ha commentato ai microfoni di Radiouno. Per il ministro, l'idea di dotare tutti i campi di un defibrillatore «è da valutare assolutamente in senso positivo, vedrò con il Coni che cosa si può fare anche perchè non è un problema solo del calcio, ma di tanti altri sport». Ma proprio questa «trasversalità mi fa venire il dubbio che forse i controlli medici non sono sufficientemente approfonditi e devono essere anche frequenti e sempre più accurati».

Marco Gasperetti

Fonte: CorrieredellaSera


13/07/2012 13:41
 
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Morto Alfredo Provenzali
anima di "Tutto il calcio..."

Malato da qualche mese, oggi avrebbe compiuto 78 anni. Inconfondibili la sua voce e le sue radiocronache di nuoto e ciclismo, prima di prendere il timone della trasmissione radiofonica più famosa

E' scomparso nella notte a Genova Alfredo Provenzali, voce storica dello sport alla radio. Il giornalista Rai, che oggi avrebbe compiuto 78 anni, era malato da qualche mese. La sua passione per il lavoro lo hanno accompagnato fino agli ultimi istanti. A dare la notizia, questa mattina, il Gr1 mandando in onda la sigla di "Tutto il calcio minuto per minuto". Poche settimane fa Provenzali era stato premiato con il prestigioso premio Agnes ma non si era potuto recare a Capri per ritirare il riconoscimento proprio causa di problemi di salute.

VOCE UNICA — Stamani, nel radiogiornale delle 7.30, lo ha ricordato il collega Riccardo Cucchi: "E' un momento davvero triste per noi, Provenzali ha rappresentato un pezzo di storia della radio, ha fatto parte del gruppo delle grandi voci degli Anni 60 che hanno dato vita a quella straordinaria trasmissione che è "Tutto il calcio minuto per minuto". La sua voce calda, rassicurante ha raccontato Olimpiadi e Mondiali attraversando i momenti più importanti dello sport, anche per questo lo abbiamo voluto con noi fino a poche settimane fa, nella squadra di Radio 1, come conduttore della trasmissione più importante, appunto "Tutto il calcio minuto per minuto". E' stato il terzo conduttore dopo Roberto Bortoluzzi e Massimo De Luca negli oltre cinquant'anni di storia della trasmissione. Indimenticabili sono sicuramente le sue radiocronache di nuoto e di ciclismo, un maestro di giornalismo, un cronista, un uomo di rara eleganza, un gentiluomo di altri tempi".

Gasport

Fonte: gazzetta


01/08/2012 23:56
 
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E' morto Aldo Maldera
Addio al terzino goleador

Scompare all'età di 58 anni. Col Milan segnò 9 reti nella stagione '78-'79 quella della Stella, poi altro scudetto nell'83 con la Roma


È scomparso all'età di 58 anni Aldo Maldera, ex giocatore di Milan, Roma e Fiorentina. L'ex terzino sinistro, 10 presenze in Nazionale, ha vinto in carriera due scudetti, con il Milan nel 1978-'79 e con la Roma nel 1982-'83. Per lo scudetto della Stella mise a segno 9 reti in 30 presenze che gli valsero il titolo di vicecapocannoniere dei rossoneri, dietro a Bigon che ne segnò 12. Nel suo palmares anche due Coppe Italia. Ultimo di tre fratelli, tanto da essere conosciuto come Maldera III, da anni viveva a Fregene, sul litorale laziale, insieme con la moglie e tre figlie. Fu convocato anche per i Mondiali di Argentina '78, dove giocò soltanto la finale per il terzo posto. Dopo aver lasciato il calcio giocato, Maldera è stato nel 2009 direttore tecnico dei greci del Panionios, prima di tornare l'anno successivo in Italia dove ha ricoperto lo stesso incarico nell'Aranova, squadra laziale di seconda categoria.

IL CORDOGLIO — Sul sito ufficiale rossonero il racconto della carriera e il dolore per la perdita: " Più di duecento partite nel Milan, lo Scudetto della Stella con 9 gol segnati, una Coppa Italia con gol nella finale contro l'Inter. Tutto questo è stato Aldo Maldera, il nostro grande e indimenticabile Aldone. Buon viaggio grande terzino, tutto il tuo Milan ti ricorderà sempre. Tutto il Milan, tutta la famiglia rossonera, via Turati e Milanello inviano il loro abbraccio negli Stati Uniti ad Andrea Maldera, figlio di Gino e nipote di Aldo, attuale assistente tecnico rossonero. Con loro, tutti i milanisti vivono con commozione e con gli occhi umidi la notizia della scomparsa di Aldo Maldera, una Stella rossonera". Anche la Roma ricorda Maldera sul proprio sito web, definendolo "indimenticato terzino del secondo scudetto giallorosso e uomo di sport amato e stimato. Tutta l'AS Roma lo piange e lo ricorda, partecipando commossa al dolore della famiglia". "La notizia ci lascia sconvolti - commenta il dg giallorosso, Franco Baldini -, solo poche settimane fa ci eravamo visti a Trigoria ipotizzando iniziative da prendere insieme per il prossimo futuro, futuro che crudelmente gli è stato negato. Vada alla famiglia il nostro più sentito cordoglio e il nostro abbraccio". Senza parole l'ex compagno della Roma Bruno Conti: "Non mi sento di parlare, non riesco ancora a fare dichiarazioni e commenti. Sono stato in contatto fino all'ultimo con la famiglia e preferisco aspettare prima di dire qualcosa". Anche Francesco Totti si affida al proprio sito ufficiale: "Questo primo giorno di agosto ci ha portato una notizia davvero brutta: oggi è venuto a mancare Aldo Maldera. Chi ama il calcio lo conosce bene. È stato un fortissimo uomo di fascia, dotato di corsa, resistenza ma anche di una botta impressionante, potente e precisa. Era uno dei grandi giallorossi che hanno vinto lo Scudetto nella stagione 82-83 e anche per questo è rimasto nel cuore di tutti a Roma. Ma era soprattutto una gran persona, forte e paziente allo stesso tempo: io lo ricordo perfettamente perchè è stato il mio allenatore nelle giovanili. Mi stringo ai suoi cari con tutto l'affetto che posso. Ciao Aldo".

Gasport

Fonte: gazzetta


12/10/2012 13:58
 
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E' morto Helmut Haller
Stella di Bologna e Juve

Segnò nella finale Mondiale del 1966. Era in panchina in Italia-Germania 4-3. Aveva 73 anni ed è stata una delle più grandi ali degli anni Sessanta. Oltre alla Germania è stato protagonista del più grande Bologna (uno scudetto) e vincendo due titoli con i bianconeri


Un lutto grande nel mondo del calcio. E' morto ad Augsburg, a 73 anni, Helmut Haller. La notizia è arrivata e subito rilanciata sul suo sito dal Bologna calcio. Non è un caso: Haller è stata una delle più grandi ali degli anni Sessanta e una bandiera del Bologna. Una bandiera grande, bella, di quelle che lasciano il segno per sempre. Era in panchina in Italia-Germania Ovest 4-3 il 17 giugno 1970, dopo essere stato protagonista coi tedeschi al Mondiale 1966 segnando il primo gol della finale con l'Inghilterra, poi finita 4-2 per i padroni di casa ai supplementari. Fu una delle stelle del Bologna più bello di sempre, allenato da Fulvio Bernardini, vincendo in rossoblù nel 1964 uno dei suoi tre scudetti. Gli altri titoli Haller li vinse con la maglia della Juventus, nel 1971-72 e nel 1972-73. Col Bologna ha giocato 180 partite segnando 48 gol in serie A dal 1962 al 1968. Si trasferì alla Juventus dove giocò per altre cinque stagioni. Nel 1973, dopo il secondo scudetto in bianconero, tornò in Germania, da dove era arrivato a Bologna dall'Augsburg nel 1962. Con la nazionale della Germania Ovest collezionò 33 presenze prendendo parte ai Mondiali di Cile 1962, Inghilterra 1966 e Messico 1970.


MALATO DA ANNI — "E' morto serenamente circondato dall'affetto della sua famiglia" ha detto il suo buon amico Josef Fuchs. Haller era malato da anni, ma nell'ultimo periodo le sue condizioni si erano aggravate. Haller fece il suo debutto internazionale a soli 19 anni, nel 1958.

Gasport

Fonte: gazzetta


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